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La storia della contrada San Bartolomeo

La nostra Contrada prende il nome dall'omonima Chiesa di San Bartolomeo Apostolo, oggi la Pietà.
La contrada è tagliata in due dalla Via delle apothecae, o botteghe, oggi Corso. La parte più consistente era costituita da vaste aggregazioni popolari, dai borghi perché proprio qui stazionarono più numerosi gli abitanti delle comunità straniere, che nel XIII secolo aumentarono in maniera considerevole la popolazione della città: gli Ebrei, i Bergamaschi (dai quali prende il nome l’attuale via Bergamasca), gli Albanesi, e Schiavoni richiamati a Fermo dal riattivarsi del porto.
Le abitazioni con botteghe di molti maestri artigiani provenienti da altre città formavano un isolato di borghesia benestante. Tra le attività tipiche dei borghi e della piccola borghesia artigianale spiccavano quelle dei mulattieri, dei barbieri e dei sarti, e altre repellenti che dovevano essere svolte lontano dal centro: pescaria, beccaria o platea porcorum (mercato degli animali a Palazzo Azzolino),conce o scorticatolo (via delle Conce), gualchiere o lavorazione della lana (zona dell’Orzolo adiacente a San Bartolomeo). Non è un caso che tali attività  si svilupparono nello spazio limitrofo alla Chiesa dedicata a San Bartolomeo, da sempre riconosciuto come protettore di sarti, macellai, conciatori  e tutti i mestieri  concernenti  l’uso di lame e la lavorazione delle pelli.
Attività  molto importante del borgo era, inoltre, quella di Giosuè tintore, uno degli Ebrei di San Bartolomeo. I tintori , partendo da semplici elementi naturali come i carpelli delle noci, le uova e varie erbe, a brillanti colori che illuminavano filati, stoffe e drappi preziosi e non. Il fascino di questo mestiere è ricordato ancora oggi nel  corteo storico del 15 agosto.      
 Negli agglomerati urbani del borgo numerosi erano gli orti che, unendo le case, erano punto di contatto tra gli abitanti.
La famiglia Rosati, che ha sempre avuto residenza in contrada, assunse grande rilevanza nella vita cittadina non solo attraverso il suo prestigio intellettuale ed economico, ma anche attraverso un’accorta politica patrimoniale. Infatti il loggiato di San Rocco sito in Piazza del Popolo fu costruito per voto nel 1528 da Gianfranco Rosati scampato miracolosamente alla peste che colpì la città, in devozione a San Rocco e San Bastiano (Sebastiano).  (FOTO FAMIGLIA ROSATI di cortei precedenti)

Stemma : iniziali di San Bartolomeo, due frecce incrociate con le punte rivolte in basso e sormontate da una corona nobiliare;
Colori : rosso e nero
Motto : Bellum et Amor  [Guerra e Amore]


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